La suggestiva cornice è la banchina del Lungotevere della Farnesina situata tra ponte Sisto e ponte Mazzini, l’organizzatrice è la “Fortitudo Boxe Roma” - palestra, i cui locali si trovano nella storica struttura di Piazza Epiro, a Porta Metronia – il protagonista indiscusso è lo sport e in particolare la boxe e la kickboxing. Il tutto contribuisce a rendere il giusto merito scenico ad atleti che, lungo le rive del biondo Tevere su un ring allestito per l’occasione, si sono alternati in una kermesse di pugni e spettacolo. Il programma della serata prevede due match tra pugili dilettanti locali e quattro tra boxeur laziali ed umbri – provenienti dalla ASD Boxe Foligno e dalla ASD Drago di Terni – per poi cedere il passo ad un interessante cambio di scena: è il momento della kickboxing e di una sfida entusiasmante tra Italia e Ungheria, con un primo match dilettanti e due match tra professionisti.
Primi sul ring sono Giovagnoli e Picchi, un match che gli addetti al mestiere definiscono sobrio, ma che si ravviva decisamente nella quarta ripresa con un inaspettato scambio serrato. Il primo oltre al sinistro d’acchito riesce a piazzare un bel destro che costringe Picchi al conteggio e alla sconfitta di misura. Le ovazioni precedono l’incontro di Mattia Sibilia, pugile della Fortitudo. Il giovane esordiente vanta una buona capacità tecnica che costringe ripetutamente Bernasconi - team boxe roma XI - a difendersi dalle combinazioni a corta distanza. Nel quarto round l’allievo del Maestro Mattioli trova la chiave di volta con i colpi dritti, ma è troppo tardi per poter rovesciare il match ormai a favore di Sibilia. È la volta di Liviani, ormai un senior del settore, che vede all’angolo opposto Papa, uno junior. Effettivamente si nota una certa differenza fisica. Il più piccolo Papa, coraggioso e grintoso, inventa azioni che, anche se a volte un po’ scomposte, riescono comunque a tenere sotto pressione il suo avversario costretto a sfruttare il maggiore allungo. Una ferita sotto lo zigomo di Papa risulta decisiva per la sospensione del match all’ultima ripresa. Parte subito bene La Face che carica i suoi colpi al corpo e al volto di Stango. Il pugile umbro tiene la distanza coi diretti e il match procede lento fino alla terza ripresa quando l’atleta non vede il destro improvviso dell’avversario che lo centra in pieno volto mandandolo seduto al tappeto. Conteggio dell’arbitro per il pugile umbro: il match è concluso. C’è molta curiosità per l’incontro successivo: i riflettori, sia pure in maniera accademica, sono puntati su Giovanni Improta, primo pugile sordomuto in Italia a salire sul ring dopo circa trent’anni (possibile sulla base delle nuove regole di sicurezza e sanità). Improta dimostra subito le sue caratteristiche di fighter spietato costringendo allo scambio Mancini, che viene contato due volte. Sbaglia l’allievo di Sisani a intestardirsi nello scambio e lo dimostra la serie che deve subire, inevitabilmente arriva il ko. A chiudere la serata per quanto concerne la boxe è il peso piuma Biagiotti, una delle maggiori promesse tra le leve più giovani. Il ragazzo ha ormai acquistato sicurezza e scioltezza nelle serie e nelle finte, i colpi partono conseguenziali: il destro prepara e il sinistro conclude. Probabilmente il suo maggior difetto è quello di guardare riflessa nello specchio la sua bravura. Il romeno Maxim ce l’ha messa tutta per sovvertire l’andamento del match, ma gli è rimasta solo la soddisfazione di aver fatto risaltare ancora di più con la sua condotta le doti del pupillo di Mattioli e Ascani. Per Biagiotti dopo il match non solo applausi ma anche una coppa consegnatagli da Spartaco Verna, ex campione trasteverino.
RISULTATI
Piuma: Biagiotti (Team Boxe Roma XI) b. Maxim (Umbria).
Welter: Sibilia (Fortitudo Boxe) b. Bernasconi (Team Boxe Roma XI).
Superwelter: La Face (Team Boxe Roma XI) b.Stango (Umbria) rsch 3.
Superwelter: Improta (Umbria) b. Mancini (Boxe Ostia Mare) ko 1.
Superwelter: Giovagnoli (Team Boxe Roma XI) b. Picchi (Umbria).
Superwelter: Liviani (Umbria) b. Papa (Team Boxe Roma XI).
Arbitri: Casentini (c.r.), Montanini, Marzuoli, Frascaro, Galdieri.
Medico: dott. Massimiliano Bianco.
Dopo i sei matches di pugilato, l’atmosfera è ormai calda e il pubblico attende intrepido l’evento successivo: è la volta della kickboxing con la sfida a squadre tra Italia e Ungheria. Gli atleti fanno tutti insieme il loro ingresso sul quadrato e assistono con partecipazione massima agli inni nazionali. Tornati negli spogliatoi per ultimare il riscaldamento lasciano il “palcoscenico” per qualche minuto al consigliere comunale Alessandro Cochi, da sempre impegnato nella promozione dello sport nella capitale, con un occhio di riguardo agli sport da ring.
Terminato l’intervento di Cochi, assistiamo al primo dei tre incontri: gli atleti dilettanti si sfidano nella categoria 80 kg. Accompagnato dal maestro Eugenio Annese (campione intercontinentale 2006) e dal maestro Mauro Aversano, sale sul quadrato l’esordiente Giorgio Maccaroni che incrocia i guanti con Gergo Babai, giovane ungherese con già alcuni match all’attivo. Il confronto, sulle 3 riprese, è fin da subito molto intenso: i due atleti che si scambiano combinazioni di braccia e gambe senza risparmiarsi. La tecnica gioca a favore dell’ungherese, il quale però è costretto ripetutamente ad indietreggiare sotto il pressing costante del temerario atleta di casa, che grazie all’efficacia dei suoi colpi si aggiudica un match equilibrato fino alla fine.
Sempre nella sfida Italia-Ungheria - è la volta di un altro esordio come professionista, quello di “Riccardino” Lecca (75 kg) che, accompagnato dal suo allenatore Massimo Farina, sale per la prima volta senza protezioni sulla lunghezza delle 5 riprese da 2 minuti, affrontando il più esperto Istvan Szucs. Dopo la prima classica “ripresa di studio”, Lecca comincia ad incalzare l’avversario,facendo valere soprattutto la sua superiorità nel pugilato ed evitando anche un paio di combinazioni di gambe piuttosto pericolose dell’ungherese. E’ uno splendido diretto destro nella terza ripresa a tirare le somme dell’incontro: Szucs, viene contato un paio di volte prima di abbandonare. Molto buona la prova di Riccardo Lecca, che ha indubbiamente dimostrato doti atletiche fuori dal comune e una eccezionale determinazione.
La sfida tra Italia e Ungheria si conclude con il match tra il campione italiano Professionisti Marco de Paolis (all’angolo il maestro Marco Gilotti, Eugenio Annese e Mauro Aversano), e Csaba "kicsi tyson" Tóth valido per la categoria 63,5 kg. Match a senso unico per De Paolis: la classe cristallina, impreziosita da perfette combinazioni di braccia e gambe, non lascia alcun dubbio sulle sue indiscusse capacità tecniche che gli garantiscono da anni il posto nella nazionale italiana F.I.K.B. (unica federazione riconosciuta dal CONI) di kickboxing e di savate. Il suo avversario però è durissimo a cedere, pur incassando una quantità inverosimile di colpi ogni qualvolta ne ha la possibilità prova ad affondare il destro, tenendo in apprensione De Paolis. Ma già dalla prima ripresa il match appare segnato: il campione italiano impone subito il dominio del ring facendo contare l’ungherese per ben due volte durante l’incontro. Inspiegabilmente il confronto termina ai punti con una netta vittoria per l’atleta della Fortitudo. L’applauso finale viene indubbiamente condiviso con il coraggioso ungherese, che ha avuto il merito di non indietreggiare nemmeno per un istante di fronte allo strapotere tecnico e fisico di un atleta di altissimo livello come Marco De Paolis.